Juventus, tornei vietati ai bambini dai 7 ai 13 anni legati ai club affiliati al Torino

Un’assurda presa di posizione che non meriterebbe commenti, ma, data la gravità, non possiamo esimerci di commentare l’ingiustificabile presa di posizione della società bianconera, di impedire in Piemonte la partecipazione ai Tornei riservati a bambini dai 7 ai 13 anni, nei quali sono iscritte le Academy e le società affiliate al Torino. Un veto assurdo, discriminatorio, che condanniamo sia dal punto di vista sportivo, educativo e sociale. O noi della Juventus, o loro del Torino. Sembra essere questa la sintesi assurda di un concetto che fa capo al settore giovanile della Juventus, in cui si mette in evidenza l’attacco all’educazione sociale verso bambini che attraverso il rincorrere del pallone – gioco da sempre istintivamente amato fin dalla tenera età – si inibisca l’integrazione e lo scopo di crescere attraverso i sani valori sportivi e umani. Ma quante volte abbiamo scritto ed evidenziato questo aspetto sociale del mondo del calcio giovanile che ha più di una responsabilità nel concorrere a formare i genitori di oggi e gli uomini di domani. Parole al vento, concetti ribaditi e rimarcati con il sogno di un mondo migliore coltivato proprio sul nascere del Settore sportivo e scolastico che deve supportare i bambini a crescere sani come un albero appena piantato sulla terra, per poi propagarsi dritto nel tempo. Metafora, che facciamo, per meglio fare capire l’importanza di una rettitudine che i bimbi percepiscono attraverso i comportamenti degli adulti, dei genitori, delle istituzioni sportive e sociali preposte alla responsabilità educativa. Ma, evidentemente, i richiami a rientrare nella giusta strada dell’esempio non entra nell’anima del Potere per chissà quale incredibile gioco delle parti e dell’interesse personale. Si lasci da parte ogni forma di esclusione, si agisca con la logica dei comportamenti atti a costruire e non a disunire e distruggere. Ci rivolgiamo alle società di calcio professionistiche e dilettantistiche, ai presidenti, alle federazioni nazionali, regionali, provinciali e a coloro i quali muovono le fila di un pallone giovanile che resta principalmente un fatto di educazione sportiva e integrazione sociale. Togliamo subito queste assurde barriere separatiste. I bambini ci guardano……

Salvino Cavallaro

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